Al Ristorante

Al Ristorante

Che strano mondo la ristorazione: ti dà la possibilità di osservare le persone nelle loro realtà, anche lei invitata fuori dalle quattro, sicure e segrete, mura di casa.

C’è chi riesce a nascondere bene il suo vero essere, altri che invece fanno capire quello che sono e come vivono quando sono nelle loro confortevoli casette.

Un esempio di quanto scrivo l’ho visto in ferie, questa estate: di solito al ristorante, quando si è in due, ti danno un tavolo da quattro, sicché o ti siedi uno di fronte all’altro oppure a lato, che a me dà l’idea di più intimità: non devi urlare per farti sentire.

Nel ristorante da noi scelto durante le ferie in Croazia, comodo perchè avevamo una stanza sul retro della stesso, di solito ti facevano sedere al tavolo da sei, anche se eri in due, anche perché essendo un ristorante dove servivano pesce, a volte necessitava di parecchio posto per le pietanze.

Il fatto strano che ho notato-strano per me- è che ho visto 2/3 coppie tedesche che invece di sedersi l’uno di fronte all’altro, si sedevano tutte e due dalla stessa parte, con gli occhi a controllare l’intera sala.

Questi personaggi dalle facce rubiconde e paffutelle si preoccupavano più a controllare il mondo esterno che interagire tra loro. Solo l’arrivo del cibo interrompeva il loro silente dialogo e si buttavano sulla pietanza quasi cercandovi un appiglio per poter rivolgere una frase all’interlocutore.

Se questo avveniva, e non era detto che avvenisse, era per dare un giudizio su ciò che avevano appena ingurgitato. Avevano comunque la creanza di non parlare quando avevano il bolo ancora nella cavità orale, sicché ci hanno sempre privato, per fortuna, di visioni poco piacevoli.

Una volta finito di mangiare, se ne ritornavano zitti, sempre con gli occhietti rivolti alla sala.

Più volte mi è venuta la tentazione di alzarmi e dare loro un tema da svolgere insieme, tipo descrivi in 50 righe le tue vacanze oppure che cosa vorresti chiedere alla Merkel in 20 righe. Mi ha bloccato la lingua tedesca, che non so, e la convinzione che non avrebbero svolto il tema in tempo utile per poterlo correggere e magari discuterne insieme.

Che tristezza però… se non avevano niente da raccontarsi in ferie, con tutto quello che succede di nuovo, di diverso rispetto al loro quotidiano, come sarà mai la loro vita nelle loro quattro mura sicure?

Ma se invece mi sbagliassi io a giudicarli come persone simili a delle amebe?

Magari sono esseri che dialogano con il pensiero, che non hanno bisogno di emettere suoni per comunicare: dicono che gli aborigeni, prima dell’invasione dei civili e avanzati europei, sapessero comunicare tra loro anche a km di distanza, solo con il pensiero… E senza le saponette elettroniche che usiamo oggi.

Beh, allora voglio anch’io la loro capacità!

Ma sto pensando…come si fa a modificare o troncare un pensiero? Non è come spegnere la tv o chiudere la bocca. E i pensieri sono più liberi delle parole, hanno meno convenzioni e obblighi da seguire. E poi ci sono le interferenze, pensieri di persone che si scontrano con i tuoi e che producono una battaglia di frequenze con valori diversi.

Mamma mia che caos! Se già durante i talk show politici gli attori della serata parlano e urlano simultaneamente in modo che lo spettatore non capisca niente, non oso immaginare se si usasse solo il pensiero! Altro che emicranie a grappolo… rischi che ti scoppi la scatola cranica!

Se l’uomo ha l’uso della parola, un motivo ci sarà pure; ma non è detto che sia quello giusto.

In ogni caso il problema sembra non esistere per certe persone, che amano più il silenzio e l’osservazione del mondo che la propria dolce metà.

P.S. Ho provato anch’io, con l’aiuto della mia amica, a cenare l’una di fianco dell’altra: abbiamo dovuto desistere, causa torcicollo.

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