La mia sosia…

La mia sosia…

Ho rivisto me stessa di 10 anni fa. L’ho vista ieri, la mia sosia, mentre camminavo su un sentiero dei Monti Lessini che per la prima volta ho voluto fare. 

Stessa corporatura, un po’ più alta e un po’ più magra, stesso vestiario, stesso sguardo corrucciato a controllare il respiro e la camminata, come la Valeria di 10 anni fa.
Anche i capelli corti e il cappello con visiera era della Valeria di 10 anni fa.
Mentre salivo con estrema tranquillità il sentiero, mi ha raggiunto e sorpassato e ci siamo salutate.
Guardandola da dietro mi son vista io.
E mi sono fermata a riflettere.
Perché è arrivato ora questo evento? Sono realmente nella fase del cambiamento se l’universo si prodiga a mandarmi queste informazioni?
Poco dopo, per terra in mezzo alle foglie, scorgo un foglietto di carta con sopra scritta una domanda: “cosa sono?”
Già…cosa sono?
Altro dilemma mandatomi dall’universo nel giro di pochi minuti.
Il foglietto era piegato a metà e la parte sottostante, non subito visibile, rispondeva alla domanda: “una cacchina di…”. All’interno del foglietto un pezzo di fazzoletto.
Non ho voluto prendere in considerazione questa risposta, a me stava bene la prima parte: cosa sono?
Non chi sono ma cosa sono…
Un po’ più avanti, vicino al bivio del sentiero che saliva, mi sono appartata dietro una pianta per fare la pipì.
Mentre scendevo per riprendere lo zaino, vedo passare sotto di me la mia sosia che , per motivi non conosciuti, stava tornando indietro.
L’universo mi ha mandato le informazioni per il tempo necessario che mi servivano.
Non l’ho più rivista, la Valeria quarantenne. In cima alla montagna non c’era.

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